Correre fa male? Dipende da come e quanto si corre. La corsa, come ogni altro sport, può provocare dipendenza. La dipendenza da una attività sportiva, anche se spesso adombrata, negata o misconosciuta, è una vera e propria patologia, di cui possono arrivare ad “ammalarsi” tutti quei soggetti che praticano uno sport in modo non professionistico e hanno una smodata passione per la loro disciplina.
Come si fa a capire quindi se in definitiva il proprio correre fa male all’organismo e si è sviluppata una vera e propria dipendenza nei confronti dell’attività sportiva? I sintomi di una possibile dipendenza da sport – dalla corsa nel nostro caso – si possono scoprire in maniera abbastanza semplice, confrontando le proprie abitudini e i propri comportamenti di runner con quelli di un altro sportivo equilibrato.
Ecco quali possono essere ad esempio i sintomi che più di altri possono nascondere una dipendenza dallo sport.
La corsa come dipendenza
Correre può essere per voi diventato una dipendenza se si verificano questi atteggiamenti:
1. avere un coinvolgimento esagerato verso la propria disciplina in confronto con i risultati ottenuti
2. esasperare l’aspetto agonistico dell’attività sportiva o mostrare una competitività esagerata
3. non sapere reagire bene ad un eventuale infortunio che vi costringe a non praticarla
4. sperimentare una sorta di depressione o perdita di autostima in caso di insuccesso
5. dimostrare una certa propensione all’apparire piuttosto che all’essere, ingigantendo i propri risultati sportivi con gli altri
6. giudicare la propria vita nel complesso mediocre ma incredibilmente rivalutata dallo sport
7. sopravvalutare lo sport in tutti i suoi aspetti e farne uno dei principi base della propria vita.
Se da sportivi si sperimenta uno o più di questi sintomi, di potrebbe aver sviluppato una dipendenza dalla corsa o in genere dalla propria attività sportiva.
In uno sportivo equilibrato, invece, fattori come l’autostima o il semplice entusiasmo non dipendono direttamente dai risultati sportivi, dall’agonismo e dal contesto sociale, ma nutrendo una sana passione per lo sport, riesce chiaramente ad individuarne valore e limiti di volta in volta.